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Si è da pochi giorni concluso il G20 di Hangzhou, in Cina, incontro molto atteso tra i grandi leader mondiali durante il quale sono stati toccati temi di fondamentale importanza per il futuro del pianeta. Tra i meriti della conferenza, spicca certamente quello di aver focalizzato di nuovo l’attenzione dopo tanto tempo sull’argomento clima, e in particolare sull’accordo raggiunto alla Cop21 di Parigi a fine 2015, quando i vari paesi aderenti si dichiararono pronti a contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi.

Stiamo parlando ovviamente delle maggiori economie al mondo e, quindi, dei paesi che più di tutti producono emissioni di gas responsabili dell’aumento della temperatura globale. Il tema diventa perciò ancora più delicato e il raggiungimento di un’intesa lascia ben sperare.

Ad Hangzhou si è avuta soprattutto la ratifica di Cina e Stati Uniti, i due super colossi mondiali, a testimonianza di un’urgenza e di un impegno che non sono solo teorici e campati in aria. Insomma, i Grandi del pianeta stavolta sembrano voler fare davvero qualcosa di concreto per l’ambiente, attuando finalmente i termini dell’accordo di Parigi.

Al momento però sono soltanto 26 i paesi aderenti e bisogna ancora arrivare a toccare la soglia delle 55 nazioni necessarie affinché l’accordo entri pienamente in vigore. L’intervento di Cina e Stati Uniti potrebbe allora funzionare da traino, rivelando così tutta l’importanza dell’incontro di Hangzhou riguardo il clima.

Una buona occasione per accelerare tutto la procedura potrebbe essere l’altro importante evento in programma per il prossimo 21 settembre alle Nazioni Unite, convocato proprio per il deposito degli strumenti di ratifica, accettazione o approvazione, e durante il quale sarà data ad altri paesi la possibilità di farsi avanti per aderire al grande progetto mondiale.

Tra i paesi che ancora devono portare a termine il processo di ratifica figura purtroppo anche l’Italia: i ministri Gentiloni e Galletti nei giorni scorsi hanno dichiarato che “l’Italia è a lavoro per definire la sua legge di ratifica, con l’obiettivo di trasmetterla entro settembre alle Camere e di poter completare l’iter parlamentare nel più breve tempo possibile”.

Si cerca insomma di arrivare ai prossimi appuntamenti sul tema a cose già fatte, ma l’iter sembra ancora lungo e si rischiano gravi ritardi, proprio mentre stanno arrivando importanti segnali dai “colleghi” del G20 e da tutti quei paesi finalmente concentrati su un argomento che resta centrale per la salute della Terra.

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